(di seguito troverete gli ultimi articoli dei due scrittori, consultatisi a vicenda prima di pubblicare questi avvincenti pezzi, che vi invitiamo a leggere con calma ed attenzione. Per la precisione "Il campionato è finito" è di Pavone, mentre "The end" di Parabita. Ma ci piace considerarli un tutt'uno)
Il campionato è finito...andate
in pace...
Questo potrebbe essere l'invito
del sempliciotto frequentatore occasionale della lega del fantacalcio
dei due mari, ma la realtà di quest'anno ha raccontato cose ben
diverse, ovvero un lasso di tempo condito da losche trame ordite dai
poteri forti, polemiche e casi mai del tutto chiariti e irrisolti.
Alla fine della 35a
giornata i verdetti sono ormai ufficiali, e, credetemi, mai e poi mai
mi sarei aspettato una conclusione di questo tipo.
Il vincitore del campionato
2012-2013 è Mr. Franco con il suo Atletico Eupremio; il grillo
parlante conclude in vetta una rimonta partita circa due mesi fa che
ha veramente dell'incredibile.
Analizziamo brevemente la
giornata che si è appena conclusa.
Lo scontro al vertice tra i
detentori dei poteri forti si conclude con una ferma vittoria
dell'avvocato Prete. Il Mourinho dei poveri, dopo un momento
decisamente no, riesce ad avere la meglio su Lincesso grazie ai
genoani Borriello e Bertolacci; e pensare che Lincesso ha a lungo
sperato in una sua vittoria grazie al momentaneo vantagggio
assicuratogli da Muriel.
Prete campione? Macchè...il
grillo parlante, mentre l'avvocato già festeggiava il titolo, da
lontano prepara il piattino sia per lo sciamano di Lama che per il
suo avversario di giornata, il principe della merda. Il pennuto della
Bestat, che passava in vantaggio grazie alla rete di Eder e che già
gustava la goleada dei “suoi” juventini nella sfida della Juve
contro Palermo, è costretto a raccogliere le briciole. Prima il
profeta Hernanes pareggia i conti e verso il 90° Franco si assicura
la sua vittoria grazie a King Artur, grande suo colpo del mercato
estivo, soffiato proprio a chi lo possedeva, ovvero Pavone.
Franco vince appaiato in
classifica proprio con il Prete, solo la sommatoria voti, quella
classifica così tanto amata dal Vendramin a fine campionato ha
svolto la sua unica e fin qui sola funzione, ovvero decretare il
miglior piazzamento voti di Franco proprio su colui che si è
autodefinito in più di una circostanza (lo scorso anno almeno 20-25
volte, quest'anno neanche una), “quattro volte vincitore”, Prete.
Scoppiettanti le altre due
rimanenti sfide. Nella prima il Borgorosso di mr. Vendramin abbatte
per 4 a 0 l'ormai alla deriva Patauri grazie a una straordinaria
cinquina del redivivo Klose, nella seconda la vittoria di Minetola
junior ha un sapore agro-dolce.
Parabita, il suo sfidante, nel
pomeriggio è forte della tripletta di Berghessio con cui insidia
Doraemon che all'ora di pranzo contava sul peso delle reti di Di
Natale. In serata la tripletta di Cavani regala ai Cesaroni la
vittoria che comporta un secondo posto ad un solo punto dal suo
amante del Limbo, il vincitore Franco.
L'adrenalina di un finale così
elettrizante si è poi esaurita soltanto il giorno dopo quando il
presidente Lincesso ha diramato i risultati ufficiali.
A questo punto parte la mia
analisi conclusiva a tutto tondo...anzi come promesso a tutto
ano...il secondo ce lo metterà Parabita. Perchè a tutto ano? Perchè
sento l'enorme necessità di sparare merda, perchè da un lato questo
campionato 2012-2013 ha regalato emozioni a gogò ma dall'altro lato
è stato caratterizzato da nefandezze che ho sempre denunciato, pur
consapevole che nel mondo del calcio chi denuncia e non si adegua
viene messo in disparte, ma io non ho mai avuto paura di questo e
sono sempre andato avanti per la mia strada.
Passiamo ai raggi x tutte le
squadre, tutti gli allenatori e tutti gli eventi nevralgici della
stagione.
Il Vincitore, Franco: si è
subito seduto ai tavoli delle trattative con la sua ormai proverbiale
flemma.
Durante il primo incontro in
estate, nella serata afosa a “Villa Prete”, si consumavano i suoi
subdoli acquisti, quelli che ti fanno male un pò alla volta. Una
difesa discreta ma priva di grossi nomi, un centrocampo fondato sul
trio Vidal-Hernanes-Lodi e un attacco non stellare ma senza ombra di
dubbio efficace, con un Gilardino acquistato al prezzo delle
caramelle tossiche che si vendono nei discount. Franco non ha mai
dominato, ha occupato i vertici della classifica nel primo autunno
per poi andare, in compagnia di Doraemon Minetola Junior, in un limbo
di classifica privo di emozioni e tensioni. L'Atletico Eupremio aveva
un buon andamento ma erano più i pareggi che le vittorie, mentre
Lincesso e Prete prendevano il largo. All'improvviso in primavera lo
stratega cala i suoi colpi. Con una rimonta eccezionale, non priva di
alcuni intoppi tra cui su tutti il rigore sbagliato da Hernanes al
derby che davvero poteva costituire l'alibi principale in caso di
sconfitta a vantaggio di Prete, Franco riesce a passare dal quarto
posto al secondo ed infine all'apoteosi del posto più alto del
podio. La vittoria di Franco è l'esatto contrario di quella della
Solbiatese dello scorso anno, questa volta l'eterogeneità ha vinto
sulla compatezza della omogeneità del gruppo di una stessa squadra.
Come dirigente, invece, ha
tentennato; in più di una occasione ha dimostrato il suo
atteggiamento filo-Prete, da parte sua neanche una parola di commento
in relazione alla scandalosa campagna di riparazione di settembre
tenuta sempre a “Villa Prete”; in parte si è ampiamente
riqualificato eticamente quando ha apertamente condannato l'andamento
della seconda campagna di riparazione invernale, quella del grande
scandalo che vedeva tutti gli allenatori cessari i propri acquisti
alle ore 20,00 a casa Pavone (la casa dello sport) eccezion fatta per
il tesoriere Prete che, nonostante avesse partecipato alla stessa via
Skype, riusciva ad avere dall'allora presidente fantoccio Lincesso
una abominevole deroga che gli consentiva di comprare ch cazzo voleva
lui fino alla mattina del giorno dopo. Infine, davvero un peccato che
si sia verificata la rottura del suo cellulare che gli ha impedito di
partecipare alle conversazioni e alle polemiche su what's up; sono
mancate le sue profonde e oggettive riflessioni sportive. Promosso a
pieno titoli dal lato calcistico, può fare meglio sul lato
dirigenziale staccandosi in via definitiva dai poteri forti,
sconfitti quest'anno sul filo di lana.
Il Presidente Lincesso: Potremmo
definirlo il costante, il suo Taranto ha da subito occupato i vertici
della classifica per poi abbandonarli soltanto alla 35a
giornata, passando dal primo ad un clamoroso quarto posto. La sua
tattica è stata quella di dotare il suo team di una stella per ogni
reparto (Barzagli, Hamsik, Palacio), coadiuvati da giocatori di
ottimo livello; i risultati sono arrivati, è mancato quel pizzico di
fortuna finale che gli poteva permettere di coronare il sogno di
vincere, senza rubare niente a nessuno, ma le sue ali si sono
spezzate nell'ultima giornata, complici anche gli infortuni ad alcuni
giocatori fondamentali come Palacio e Giovinco. Onore al merito per
il suo campionato. Altra storia è per l'uomo Lincesso, il dirigente;
dopo la morte di Andreotti è rimasto solo lui a gestire i torbidi
intrecci con palazzi e sistemi. Mai chiare le sue posizioni alle
spiegazioni richieste da parte dei partecipanti alla lega, in
particolar modo dell'accoppiata di vigilantes, Pavone&Parabita,
che dopo gli scandali predetti delle campagne acquisti hanno sempre
puntato il dito contro di lui, accusandolo del suo atteggiamento di
sottomissione nei riguardi del tesoriere Prete, che ha potuto
beneficiare di favoritismi elargiti dal presidente. Solo nel finale
di campionato tornerà a godere di ampia stima dopo la cazziata al
Vendramin per le sue stomachevoli statistiche e per il pseudo premio
della “panchina d'oro” (ovvero di merda, vista la beffa) che il
Principe di Viale Virgilio avrebbe dovuto consegnare a Minetola
Junior, primo classificato nella classifica della sommatoria voti che
non porta ad alcun successo, e della pubblicazione dell'impeccabile
regolamento della coppa Cobram.
Prete: Il tessitore di trame.
Niente da dire sul profilo della sua squadra, nonostante la sua
squadra sia stata colpita dal tremendo infortunio di Milito, uomo
chiave del suo attacco, ser Biis è riuscito a costruire un
collettivo micidiale che ogni domenica ha potuto contare sull'apporto
e sui goal dei vari Ilicic, Borriello (altro grosso colpo di
mercato), Jovetic ed anche Emegara. Purtroppo un finale di campionato
con un solo punto conquistato nelle ultime cinque gare disputate
(esclusa l'ultima giornata) gli sono state fatali, campionato che
perde solo per differenza voti. Smessi gli abiti di allenatore, Prete
si trasforma nel silente aristocratico, quelloi che preferisce il
silenzio alle polemiche con quella puzza sotto il naso di chi non
vuole avere a che fare con gli altri. In più di una occasione ha
scritto della sua riluttanza nello scrivere sul blog, intanto però
quando si è trattato di fare le porcate in lega certamente, con la
discrezione e il silenzio che lo hanno sempre caratterizzato, non si
è certo tirato indietro, con il bene placido del presidente
Lincesso. Abbiamo imparato la lezione, al prossimo incontro si
definiranno bene quelle regole non scritte di cui soltanto lui ha
potuto beneficiare (vedi la campagna acquisti fatta DA SOLO a
febbraio).
Minetola Junior: quando i
migliori non vincono. La squadra migliore è stata la sua, ha
collezionato la maggiore sommatoria voti ma il culo, elemento
primordiale, si è voluto prendere gioco di lui. Fosse finito al
quarto posto, i suoi rimpianti sarebbero stati minori, invece è
finito soltanto ad un punto dalla prima!!! Quando si ha Cavani, Di
Natale e Cassano in avanti e si perde così, certo che dimenticare è
davvero difficile. Tuttavia dico che se ha perso è anche colpa sua,
non si regala un giocatore come El Sharawy così; la sua sconfitta è
stata la giusta punizione per questa sciagurata operazione di
mercato. Inqualificabile la sua condotta da dirigente. Mai un
intervento vero, i suoi messaggi su what's up si sono sempre limitati
ad un “hai vinto” e basta. Inconcepibile il fatto che non sappia
ancora usare il blog per iserire le formazioni. Solo i grandi
dirigenti possono vincere, sfortunatamente lui non lo è stato.
Vendramin: la Madonna di Viale
Virgilio. Potrei scrivere un libro sul Vendramin di questo anno ma
anche qui scindo il lato sportivo da quello dirigenziale.
Vendramin ha realizzato una
squadra con una grande intelaiatura, il suo Borgorosso fino a
Novembre ha stabilmente occupato le prime posizioni, poi, complice
l'infortunio di Klose (acquistato a due lire) e il generale
appanamento dei senatori della Roma (senza Osvaldo che segnasse) il
Borgorosso è andato giù in classifica. Certo, Vendramin è stato
anche sfortunato nelle sfide dirette, alla fine è finito a -6 dalla
vetta, al termine di una timida rimonta a fine campionato che, anche
in questo caso, fa aumentare i rimpianti. Vendramin dirigente, grande
stratega, anche lui filo-Lincesso e filo-Prete, ha contiunuamente
modificato, nel corso del campionato i suoi obiettivi cercando di
monopolizzare l'attenzione del fantacalcio solo sul Borgorosso. Prima
voleva vincere il campionato, poi la classifica dei voti. Alla fine è
arrivato quinto in classifica generale (quella che conta) e secondo
in quella dei voti (quella che non conta un cazzo). Ha sottolineato
questo suo risultato, che è si oggettivo ma privo di qualsiasi
utilità ai fini della vittoria. Gli altri allenatori lo hanno sempre
elogiato, al contrario lui ha tacciato i componenti che non la
pensavano come lui come allenatori di squadre mediocri. In buona
sostanza si è distaccato dalla realtà che, invece, dice che i suoi
più acerrimi contestatori si sono piazzati da lui a -3 lunghezze
(Parabita) e -9 (Pavone), a testimonianza di un torneo in cui non ci
sono stati grossi distacchi, come lo scorso anno. Sarà pure arrivato
secondo (manco primo da poter parlare in quella maniera) nella
classifica voti, ma come chi è arrivato dal 2° all'8° posto, non
ha vinto un cazzo. Proverbiali poi le sue chiangiute al termine di
ogni partita in cui lamentava la sfiga per il fatto che il suo
avversario puntualemnte faceva più punti di lui, cosa che
naturalemente faceva parte del gioco.
Parabita: l'allenatore
risparmiatore: Allestisce una squadra priva di grossi nomi, riesce ad
arrichire la rosa anche di capitan Totti, da vita ad un campionato
agguerrito, dentro e fuori dal campo, da qui il soprannome de “il
guerriero”.
E' vero che la sua squadra non
occupa mai le prime posizioni, ma è stato in grado di regalare
dispiaceri a chi lottava per la conquista del campionato; alcuni
giocatori (vedi Weiss) derisi da certi filosofi in alcuni momenti del
campionato si sono anche rivelati decisivi. A differenza di Vendramin
che ha sbandierato ai 4 venti mille obiettivi senza poi conquistarne
uno, Parabita ha risposto all'amico-nemico Vendramin con l'unica
maniera che conosce, il verdetto del campo. Vendramin alla fine non
ha mai battuto Parabita.
Le guerre di Parabita sono poi
continuate fuori dal campo trovando in Pavone un fido alleato, i due
osservatori e denunciatori di nefandezze non sono mai state a favore
e contro qualcuno, ma solo a favore della giustizia sportiva anche se
non sempre ce l'hanno fatta contro i poteri forti.
Pavone: il campione decaduto. Ha
da subito messo in chiaro la sua filosofia, solo juventini alla
Solbiatese. Peccato che in sede di campagna acquisti estiva i due
giocatori fondamentali per il completamento della rosa se li siano
accaparrati gli altri.
Con Giovinco titolare i suoi due
attaccanti Matri e Quagliarella non hanno mai giocato con costanza,
anzi per la prima parte del campionato la Solbiatese ha dovuto anche
giocare in 10. Per riparare ai madornali errori, Pavone realizza uno
scambio con Vendramin che non sortisce alcun effetto. Solo dopo la
campagna invernale Pavone ha l'opportunità di rimodellare la sua
squadra, non giocando si più in 10 ma ormai il Principe della Merda
è consapevole che i suoi attaccanti non andranno mai ad incidere,
anche quando Giovinco si infortuna. Stavolta la filosofia bianconera
ha toppato. L'errore iniziale è stato terribile ed è stato pagato
per tutta la stagione, i detrattori della eterogeneità questa volta
hanno avuto ragione gettando tonnellate di merda addosso a quel
pelato che lo scorso anno tutti avrebbero voluto vedere morto a causa
del suo abnorme culo.
Fuori dal campo Pavone ha perso
la fibra, si è consumato per denunciare le nefandezze promettendo
che sarebbe andato via tra il rumore dei fischi, sarà lui a
liberarmi di voi, di quel pazzo che grida sul blog il bisogno di
calcio che c'è...la sua lotta al potere non è finita...
Patauri: l'assente. Anche
Minetola senior, protagonista lo scorso, anno ha toppato. Fino a
dicembre è stato un oggetto misterioso, poi con l'acquisto di
Balotelli ha fatto una piccola rimonta per poi terminare con un
disastroso finale.
Anche lui, come il fratello,
totalemente assente sul blog...a testimonianza del suo scarso
interesse alle vicende della lega (di cui comunque lecca i culi
importanti...)
Ho detto tutto, anzi...ho tentato
di dire tutto, questo pezzo naturalemnte porterà discussioni. Ho
cercato di essere obiettivo perchè qui ho voluto farlo.
Il campionato è alle
spalle...ora c'è la coppa Cobram.
Cedo la linea al mio collega
Parabita
Pavone...avvelenato dal 1977
ARRIVO VITO....(a seguire l'articolo di Parabita)
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