5/07/2013

IL PUNTO A DUE ANI

di Parabita e Pavone.

(di seguito troverete gli ultimi articoli dei due scrittori, consultatisi a vicenda prima di pubblicare questi avvincenti pezzi, che vi invitiamo a leggere con calma ed attenzione. Per la precisione "Il campionato è finito" è di Pavone, mentre "The end" di Parabita. Ma ci piace considerarli un tutt'uno)



Il campionato è finito...andate in pace...

Questo potrebbe essere l'invito del sempliciotto frequentatore occasionale della lega del fantacalcio dei due mari, ma la realtà di quest'anno ha raccontato cose ben diverse, ovvero un lasso di tempo condito da losche trame ordite dai poteri forti, polemiche e casi mai del tutto chiariti e irrisolti.

Alla fine della 35a giornata i verdetti sono ormai ufficiali, e, credetemi, mai e poi mai mi sarei aspettato una conclusione di questo tipo.

Il vincitore del campionato 2012-2013 è Mr. Franco con il suo Atletico Eupremio; il grillo parlante conclude in vetta una rimonta partita circa due mesi fa che ha veramente dell'incredibile.

Analizziamo brevemente la giornata che si è appena conclusa.

Lo scontro al vertice tra i detentori dei poteri forti si conclude con una ferma vittoria dell'avvocato Prete. Il Mourinho dei poveri, dopo un momento decisamente no, riesce ad avere la meglio su Lincesso grazie ai genoani Borriello e Bertolacci; e pensare che Lincesso ha a lungo sperato in una sua vittoria grazie al momentaneo vantagggio assicuratogli da Muriel.

Prete campione? Macchè...il grillo parlante, mentre l'avvocato già festeggiava il titolo, da lontano prepara il piattino sia per lo sciamano di Lama che per il suo avversario di giornata, il principe della merda. Il pennuto della Bestat, che passava in vantaggio grazie alla rete di Eder e che già gustava la goleada dei “suoi” juventini nella sfida della Juve contro Palermo, è costretto a raccogliere le briciole. Prima il profeta Hernanes pareggia i conti e verso il 90° Franco si assicura la sua vittoria grazie a King Artur, grande suo colpo del mercato estivo, soffiato proprio a chi lo possedeva, ovvero Pavone.

Franco vince appaiato in classifica proprio con il Prete, solo la sommatoria voti, quella classifica così tanto amata dal Vendramin a fine campionato ha svolto la sua unica e fin qui sola funzione, ovvero decretare il miglior piazzamento voti di Franco proprio su colui che si è autodefinito in più di una circostanza (lo scorso anno almeno 20-25 volte, quest'anno neanche una), “quattro volte vincitore”, Prete.

Scoppiettanti le altre due rimanenti sfide. Nella prima il Borgorosso di mr. Vendramin abbatte per 4 a 0 l'ormai alla deriva Patauri grazie a una straordinaria cinquina del redivivo Klose, nella seconda la vittoria di Minetola junior ha un sapore agro-dolce.

Parabita, il suo sfidante, nel pomeriggio è forte della tripletta di Berghessio con cui insidia Doraemon che all'ora di pranzo contava sul peso delle reti di Di Natale. In serata la tripletta di Cavani regala ai Cesaroni la vittoria che comporta un secondo posto ad un solo punto dal suo amante del Limbo, il vincitore Franco.

L'adrenalina di un finale così elettrizante si è poi esaurita soltanto il giorno dopo quando il presidente Lincesso ha diramato i risultati ufficiali.

A questo punto parte la mia analisi conclusiva a tutto tondo...anzi come promesso a tutto ano...il secondo ce lo metterà Parabita. Perchè a tutto ano? Perchè sento l'enorme necessità di sparare merda, perchè da un lato questo campionato 2012-2013 ha regalato emozioni a gogò ma dall'altro lato è stato caratterizzato da nefandezze che ho sempre denunciato, pur consapevole che nel mondo del calcio chi denuncia e non si adegua viene messo in disparte, ma io non ho mai avuto paura di questo e sono sempre andato avanti per la mia strada.

Passiamo ai raggi x tutte le squadre, tutti gli allenatori e tutti gli eventi nevralgici della stagione.

Il Vincitore, Franco: si è subito seduto ai tavoli delle trattative con la sua ormai proverbiale flemma.

Durante il primo incontro in estate, nella serata afosa a “Villa Prete”, si consumavano i suoi subdoli acquisti, quelli che ti fanno male un pò alla volta. Una difesa discreta ma priva di grossi nomi, un centrocampo fondato sul trio Vidal-Hernanes-Lodi e un attacco non stellare ma senza ombra di dubbio efficace, con un Gilardino acquistato al prezzo delle caramelle tossiche che si vendono nei discount. Franco non ha mai dominato, ha occupato i vertici della classifica nel primo autunno per poi andare, in compagnia di Doraemon Minetola Junior, in un limbo di classifica privo di emozioni e tensioni. L'Atletico Eupremio aveva un buon andamento ma erano più i pareggi che le vittorie, mentre Lincesso e Prete prendevano il largo. All'improvviso in primavera lo stratega cala i suoi colpi. Con una rimonta eccezionale, non priva di alcuni intoppi tra cui su tutti il rigore sbagliato da Hernanes al derby che davvero poteva costituire l'alibi principale in caso di sconfitta a vantaggio di Prete, Franco riesce a passare dal quarto posto al secondo ed infine all'apoteosi del posto più alto del podio. La vittoria di Franco è l'esatto contrario di quella della Solbiatese dello scorso anno, questa volta l'eterogeneità ha vinto sulla compatezza della omogeneità del gruppo di una stessa squadra.

Come dirigente, invece, ha tentennato; in più di una occasione ha dimostrato il suo atteggiamento filo-Prete, da parte sua neanche una parola di commento in relazione alla scandalosa campagna di riparazione di settembre tenuta sempre a “Villa Prete”; in parte si è ampiamente riqualificato eticamente quando ha apertamente condannato l'andamento della seconda campagna di riparazione invernale, quella del grande scandalo che vedeva tutti gli allenatori cessari i propri acquisti alle ore 20,00 a casa Pavone (la casa dello sport) eccezion fatta per il tesoriere Prete che, nonostante avesse partecipato alla stessa via Skype, riusciva ad avere dall'allora presidente fantoccio Lincesso una abominevole deroga che gli consentiva di comprare ch cazzo voleva lui fino alla mattina del giorno dopo. Infine, davvero un peccato che si sia verificata la rottura del suo cellulare che gli ha impedito di partecipare alle conversazioni e alle polemiche su what's up; sono mancate le sue profonde e oggettive riflessioni sportive. Promosso a pieno titoli dal lato calcistico, può fare meglio sul lato dirigenziale staccandosi in via definitiva dai poteri forti, sconfitti quest'anno sul filo di lana.

Il Presidente Lincesso: Potremmo definirlo il costante, il suo Taranto ha da subito occupato i vertici della classifica per poi abbandonarli soltanto alla 35a giornata, passando dal primo ad un clamoroso quarto posto. La sua tattica è stata quella di dotare il suo team di una stella per ogni reparto (Barzagli, Hamsik, Palacio), coadiuvati da giocatori di ottimo livello; i risultati sono arrivati, è mancato quel pizzico di fortuna finale che gli poteva permettere di coronare il sogno di vincere, senza rubare niente a nessuno, ma le sue ali si sono spezzate nell'ultima giornata, complici anche gli infortuni ad alcuni giocatori fondamentali come Palacio e Giovinco. Onore al merito per il suo campionato. Altra storia è per l'uomo Lincesso, il dirigente; dopo la morte di Andreotti è rimasto solo lui a gestire i torbidi intrecci con palazzi e sistemi. Mai chiare le sue posizioni alle spiegazioni richieste da parte dei partecipanti alla lega, in particolar modo dell'accoppiata di vigilantes, Pavone&Parabita, che dopo gli scandali predetti delle campagne acquisti hanno sempre puntato il dito contro di lui, accusandolo del suo atteggiamento di sottomissione nei riguardi del tesoriere Prete, che ha potuto beneficiare di favoritismi elargiti dal presidente. Solo nel finale di campionato tornerà a godere di ampia stima dopo la cazziata al Vendramin per le sue stomachevoli statistiche e per il pseudo premio della “panchina d'oro” (ovvero di merda, vista la beffa) che il Principe di Viale Virgilio avrebbe dovuto consegnare a Minetola Junior, primo classificato nella classifica della sommatoria voti che non porta ad alcun successo, e della pubblicazione dell'impeccabile regolamento della coppa Cobram.

Prete: Il tessitore di trame. Niente da dire sul profilo della sua squadra, nonostante la sua squadra sia stata colpita dal tremendo infortunio di Milito, uomo chiave del suo attacco, ser Biis è riuscito a costruire un collettivo micidiale che ogni domenica ha potuto contare sull'apporto e sui goal dei vari Ilicic, Borriello (altro grosso colpo di mercato), Jovetic ed anche Emegara. Purtroppo un finale di campionato con un solo punto conquistato nelle ultime cinque gare disputate (esclusa l'ultima giornata) gli sono state fatali, campionato che perde solo per differenza voti. Smessi gli abiti di allenatore, Prete si trasforma nel silente aristocratico, quelloi che preferisce il silenzio alle polemiche con quella puzza sotto il naso di chi non vuole avere a che fare con gli altri. In più di una occasione ha scritto della sua riluttanza nello scrivere sul blog, intanto però quando si è trattato di fare le porcate in lega certamente, con la discrezione e il silenzio che lo hanno sempre caratterizzato, non si è certo tirato indietro, con il bene placido del presidente Lincesso. Abbiamo imparato la lezione, al prossimo incontro si definiranno bene quelle regole non scritte di cui soltanto lui ha potuto beneficiare (vedi la campagna acquisti fatta DA SOLO a febbraio).

Minetola Junior: quando i migliori non vincono. La squadra migliore è stata la sua, ha collezionato la maggiore sommatoria voti ma il culo, elemento primordiale, si è voluto prendere gioco di lui. Fosse finito al quarto posto, i suoi rimpianti sarebbero stati minori, invece è finito soltanto ad un punto dalla prima!!! Quando si ha Cavani, Di Natale e Cassano in avanti e si perde così, certo che dimenticare è davvero difficile. Tuttavia dico che se ha perso è anche colpa sua, non si regala un giocatore come El Sharawy così; la sua sconfitta è stata la giusta punizione per questa sciagurata operazione di mercato. Inqualificabile la sua condotta da dirigente. Mai un intervento vero, i suoi messaggi su what's up si sono sempre limitati ad un “hai vinto” e basta. Inconcepibile il fatto che non sappia ancora usare il blog per iserire le formazioni. Solo i grandi dirigenti possono vincere, sfortunatamente lui non lo è stato.

Vendramin: la Madonna di Viale Virgilio. Potrei scrivere un libro sul Vendramin di questo anno ma anche qui scindo il lato sportivo da quello dirigenziale.

Vendramin ha realizzato una squadra con una grande intelaiatura, il suo Borgorosso fino a Novembre ha stabilmente occupato le prime posizioni, poi, complice l'infortunio di Klose (acquistato a due lire) e il generale appanamento dei senatori della Roma (senza Osvaldo che segnasse) il Borgorosso è andato giù in classifica. Certo, Vendramin è stato anche sfortunato nelle sfide dirette, alla fine è finito a -6 dalla vetta, al termine di una timida rimonta a fine campionato che, anche in questo caso, fa aumentare i rimpianti. Vendramin dirigente, grande stratega, anche lui filo-Lincesso e filo-Prete, ha contiunuamente modificato, nel corso del campionato i suoi obiettivi cercando di monopolizzare l'attenzione del fantacalcio solo sul Borgorosso. Prima voleva vincere il campionato, poi la classifica dei voti. Alla fine è arrivato quinto in classifica generale (quella che conta) e secondo in quella dei voti (quella che non conta un cazzo). Ha sottolineato questo suo risultato, che è si oggettivo ma privo di qualsiasi utilità ai fini della vittoria. Gli altri allenatori lo hanno sempre elogiato, al contrario lui ha tacciato i componenti che non la pensavano come lui come allenatori di squadre mediocri. In buona sostanza si è distaccato dalla realtà che, invece, dice che i suoi più acerrimi contestatori si sono piazzati da lui a -3 lunghezze (Parabita) e -9 (Pavone), a testimonianza di un torneo in cui non ci sono stati grossi distacchi, come lo scorso anno. Sarà pure arrivato secondo (manco primo da poter parlare in quella maniera) nella classifica voti, ma come chi è arrivato dal 2° all'8° posto, non ha vinto un cazzo. Proverbiali poi le sue chiangiute al termine di ogni partita in cui lamentava la sfiga per il fatto che il suo avversario puntualemnte faceva più punti di lui, cosa che naturalemente faceva parte del gioco.

Parabita: l'allenatore risparmiatore: Allestisce una squadra priva di grossi nomi, riesce ad arrichire la rosa anche di capitan Totti, da vita ad un campionato agguerrito, dentro e fuori dal campo, da qui il soprannome de “il guerriero”.

E' vero che la sua squadra non occupa mai le prime posizioni, ma è stato in grado di regalare dispiaceri a chi lottava per la conquista del campionato; alcuni giocatori (vedi Weiss) derisi da certi filosofi in alcuni momenti del campionato si sono anche rivelati decisivi. A differenza di Vendramin che ha sbandierato ai 4 venti mille obiettivi senza poi conquistarne uno, Parabita ha risposto all'amico-nemico Vendramin con l'unica maniera che conosce, il verdetto del campo. Vendramin alla fine non ha mai battuto Parabita.

Le guerre di Parabita sono poi continuate fuori dal campo trovando in Pavone un fido alleato, i due osservatori e denunciatori di nefandezze non sono mai state a favore e contro qualcuno, ma solo a favore della giustizia sportiva anche se non sempre ce l'hanno fatta contro i poteri forti.

Pavone: il campione decaduto. Ha da subito messo in chiaro la sua filosofia, solo juventini alla Solbiatese. Peccato che in sede di campagna acquisti estiva i due giocatori fondamentali per il completamento della rosa se li siano accaparrati gli altri.

Con Giovinco titolare i suoi due attaccanti Matri e Quagliarella non hanno mai giocato con costanza, anzi per la prima parte del campionato la Solbiatese ha dovuto anche giocare in 10. Per riparare ai madornali errori, Pavone realizza uno scambio con Vendramin che non sortisce alcun effetto. Solo dopo la campagna invernale Pavone ha l'opportunità di rimodellare la sua squadra, non giocando si più in 10 ma ormai il Principe della Merda è consapevole che i suoi attaccanti non andranno mai ad incidere, anche quando Giovinco si infortuna. Stavolta la filosofia bianconera ha toppato. L'errore iniziale è stato terribile ed è stato pagato per tutta la stagione, i detrattori della eterogeneità questa volta hanno avuto ragione gettando tonnellate di merda addosso a quel pelato che lo scorso anno tutti avrebbero voluto vedere morto a causa del suo abnorme culo.

Fuori dal campo Pavone ha perso la fibra, si è consumato per denunciare le nefandezze promettendo che sarebbe andato via tra il rumore dei fischi, sarà lui a liberarmi di voi, di quel pazzo che grida sul blog il bisogno di calcio che c'è...la sua lotta al potere non è finita...

Patauri: l'assente. Anche Minetola senior, protagonista lo scorso, anno ha toppato. Fino a dicembre è stato un oggetto misterioso, poi con l'acquisto di Balotelli ha fatto una piccola rimonta per poi terminare con un disastroso finale.

Anche lui, come il fratello, totalemente assente sul blog...a testimonianza del suo scarso interesse alle vicende della lega (di cui comunque lecca i culi importanti...)

Ho detto tutto, anzi...ho tentato di dire tutto, questo pezzo naturalemnte porterà discussioni. Ho cercato di essere obiettivo perchè qui ho voluto farlo.

Il campionato è alle spalle...ora c'è la coppa Cobram.

Cedo la linea al mio collega Parabita


Pavone...avvelenato dal 1977
 
ARRIVO VITO....(a seguire l'articolo di Parabita)

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